INGRESSO GRATUITO SU PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA, POSTI NUMERATI

Aminta
e il vaso di corallo

Balletto fantastico in tre atti

Saggio-spettacolo degli allievi
della Scuola di Danza Pleiadi

lunedì 20 giugno 2022
Nuovo Teatro Orione, Roma

 

 

Soggetto e adattamento musicale:
Francesco Pelli

Coreografie:
Francesco Pelli e Laura Colucci

Musiche di autori vari

Scenari:
Ciro Rubinacci

Costumi:
Giselle Danza di Elena De Carli

Agenzia fotografica:
Corrado Maria Falsini

 


 

È notte… l’antica città di Sharaz dorme cullata dai caldi venti del deserto. Palazzi dorati e mura imponenti scintillano al pallido chiarore della luna, ma nelle sale del palazzo reale un’ombra minacciosa si muove. Il suo nome è Lamja, un’antica e potente fattucchiera giunta furtivamente da un lontano regno.


Sorge il sole, i raggi di luce illuminano le arcate del palazzo che rapidamente s’anima di splendide fanciulle danzanti, la nobile regina le osserva fiera. Finalmente appare Aminta, la radiosa principessina, accompagnata da una baiadera. Le giovani fanciulle georgiane la omaggiano con il suono dei tamburelli e le danze proseguono festose. Improvvisamente fa però il suo ingresso Lamja che con astuzia conquista la fiducia della regina rivelando abilità da veggente. Nello stupore generale, la maga evoca gli spiriti e per incanto dall’ombra appaiono tre antiche principesse del deserto: Gulnara, Ivet e Mariami. Le principesse, incatenate con un sortilegio alla volontà della fattucchiera, danzano con Aminta, poi offrono alla regina i doni di Lamja: uno scrigno d’oro, un ventaglio di piume lucenti, una collana di rosee tormaline e una coppa di dolce idromele.


Non vista, Lamja, avvelena con una pozione il vaso d’idromele, poi l’offre alla regina e ai suoi sudditi. Solo la giovane Aminta viene risparmiata. La candida principessa, stregata dalla bellezza della collana appena donatagli, non vede che i suoi cari cadono in un sonno eterno. Quando scopre il maleficio è troppo tardi e la fattucchiera è scomparsa.
Passano molti giorni… Disperata, Aminta, sogna l’improvviso risveglio della madre, ma nel palazzo tutto immobile tace. Dall’ombra riappare Lamja che offre alla principessa la possibilità di spezzare il sortilegio. Perchè la maledizione abbia fine, Aminta, dovrà consegnarle il vaso di corallo, un oggetto leggendario dai poteri soprannaturali, custodito nelle profondità oceaniche, al riparo dagli animi malvagi. Per averlo la giovane dovrà donare alla dea del mare le anime delle tre antiche principesse. Aminta, imprigionata dal dolore, cede al perfido ricatto mentre Lamja evoca le ninfe oceanine che trascinano le principesse negli abissi marini.


Le quattro principesse si risvegliano sul fondo del mare circondate da coralli, perle e conchiglie. Come per incanto ogni cosa danza cullata dalle correnti marine e per un attimo la serenità fa ritorno nell’animo della principessa. Da un vortice appare la possente dea del mare. Come da Lamja voluto, le vengono offerte le tre anime, ma proprio quando l’immortale dea sta per catturarne l’essenza, Aminta, si interpone. L’animo nobile e puro della principessa non può accettare che gli innocenti spiriti siano, per causa sua, eternamente intrappolati negli abissi. La dea che da principio si era mostrata minacciosa, si avvicina alla coraggiosa giovane e le rivela che la leggenda altro non era che un inganno: mai avrebbe consegnato il prezioso vaso all’artefice di un tale atto di egoismo. Il cuore di Aminta è puro, la dea, ormai certa delle buone intenzioni della principessa, le dona il vaso e libera gli spiriti dalla schiavitù cui le aveva condotte la magia di Lamja. La speranza abbraccia finalmente l’animo di Aminta mentre le oceanine la riconducono nel suo mondo.


La principessa è di nuovo nel palazzo reale e ritrova l’amata madre ancora addormentata. La strega Lamja non tarda a manifestare la sua presenza e si appropria smaniosa del vaso di corallo. Aminta supplica la maga di spezzare finalmente il sortilegio, ma malefica ella si rifiuta deridendo l’ingenuità della fanciulla. La principessa disperata si avventa contro la potente fattucchiera e nello scontro il vaso di corallo, sfuggendo alla presa della maga, cade in terra schiudendosi. Lamja si appresta a punire l’insolenza di Aminta, ma dalla bocca del vaso fluisce un vapore che annebbia l’intero palazzo come una brezza marina. Appaiono gli spiriti liberati delle tre principesse e con loro la dea del mare che con la potenza di cento onde scaccia per sempre la maga. La generosità della dea pone rimedio al terribile maleficio e la principessa riabbraccia la madre che ormai credeva perduta. Il palazzo si rianima di danze e colori. Tutti festeggiano la straordinaria principessa che con la forza della sua purezza ha riportato serenità in ogni cosa.