Il capolavoro scolastico di Ludovica
Ho scelto il mio spettacolo come capolavoro perché è un momento di spicco in un percorso che porto avanti da tutta la vita. La danza ha avuto un ruolo fondamentale nel forgiare la persona che sono oggi: mi ha regalato esperienze ed emozioni che non avrei potuto conoscere altrimenti, e mi ha insegnato più di quanto si possa immaginare.
In primis, ho imparato quanto la passione sappia renderci capaci di affrontare anche le sfide più difficili, che altrimenti sembrerebbero insuperabili. La danza, specialmente la danza classica, non è un’attività che può essere praticata solo per divertimento e senza impegno. Nonostante il mio allenamento occupi gran parte del mio tempo ogni pomeriggio, non mi sono mai sentita come se stessi facendo un sacrificio. Le poche volte sono costretta a saltare delle lezioni di danza a causa di altri impegni, invece, mi sono sempre trovata ad aspettare il giorno seguente con ansia, per avere di nuovo l’occasione di ballare. Anche a scuola ho notato di studiare sempre con più piacere e di rendere meglio quando incontro argomenti che mi interessano: questo mi ha insegnato quanto è importante scegliere una strada piena di quello che mi appassiona: non importa quante difficoltà dovrò superare, solo in questo modo potrò dare il meglio di me ed essere soddisfatta della mia vita.
Come ho detto prima, un impegno come il mio richiede tempo ed energie. Tuttavia, la danza non è il mio unico interesse, e accanto a tutto quello che mi piace fare rimane sempre la scuola. Non ho mai permesso che qualcosa mi impedisse di studiare e ottenere risultati notevoli a scuola, ma andando avanti ho imparato ad organizzare ancora meglio gli impegni, diventando più ambiziosa e cominciando a dedicare una parte sempre crescente del mio tempo anche alle mie amicizie e alle altre cose che amo fare. Tutto questo non è sempre facile, ma non lo cambierei per niente al mondo, specialmente dato che avere tanti impegni mi spinge ad essere più efficiente, e in questo modo so di non mandare in fumo più tempo del necessario in distrazioni e dietro lo schermo.
Ovviamente questa attività mi garantisce salute e una dose più che sufficiente di attività fisica; tuttavia, prima che essere uno sport, la danza è un’arte. Questo vuol dire che dal suo studio si acquisiscono cultura e sensibilità. Partecipare a uno spettacolo vuol dire essere parte di qualcosa di più grande, che si balli un ruolo da solista o all’interno di un gruppo. Si porta in scena la visione di un’altra persona, il coreografo, con lo scopo di suscitare emozioni negli altri, e nonostante le luci, i costumi, il trucco e le scarpette, l’unico strumento di cui veramente si ha bisogno per farlo è il nostro corpo.
Nella danza classica, i dettagli sono importanti tanto quanto l’insieme. È incredibilmente difficile assicurarsi che ogni parte del corpo sia nel posto giusto al momento giusto, e contemporaneamente passare fluidamente con tutto il corpo da un momento all’altro, e l’esercizio mentale, prima che fisico, richiesto per farlo torna utile anche in tutte le altre situazioni della vita. Bisogna abituarsi ad un linguaggio del corpo completamente nuovo, non naturale, e, nel caso della danza classica, alle scarpette da punta. In più, quando si balla in gruppo, è importante sapersi coordinare con le altre persone. Ballare in gruppo è più difficile che ballare da soli: eseguire lo stesso movimento nello stesso identico modo è difficile per più persone diverse, e ci vuole tanto lavoro per diventare un gruppo affiatato e coordinato in modo da sembrare un tutt’uno.
In uno spettacolo di danza c’è anche la recitazione: non si parla, ma la storia si comunica attraverso il linguaggio non verbale: certi movimenti o gesti di mimica corrispondono a determinati concetti. Inoltre, come nella vita, si impara che non è solo importante riuscire ad eseguire passi difficili, ma anche dissimulare: bisogna avere sempre sicurezza e il sorriso sulle labbra, come se per noi fosse naturale e non sentissimo la fatica.
È importante però ricordare che esistono gli spazi sicuri dove provare e riprovare ammettendo a noi stessi e agli altri la fatica che proviamo: nel caso della danza, sono le lezioni. Qui impariamo e perfezioniamo tutto quello che sappiamo. Anche i movimenti più basici si continuano a ripetere e lavorare, perché la perfezione non è raggiungibile e c’è sempre un margine di miglioramento. Le lezioni mi hanno insegnato a tenere duro senza mollare, perché nonostante il dolore e la frustrazione i miglioramenti arrivano lentamente e la soddisfazione di riuscire in qualcosa per cui si ha lavorato con costanza e fatica non si può comparare a nessun’altra. I corsi di danza iniziano a settembre, poco prima della scuola, e a marzo cominciano le prove per lo spettacolo. Il mio maestro compone storie originali, assegna i ruoli e comincia a montare i pezzi. Accanto alle lezioni, si aggiungono ore di prove, dove oltre che ballare impariamo anche ad aspettare e a usare al meglio il tempo dell’attesa: ripercorrendo la coreografia nella mente, confrontandoci con le compagne su dubbi o errori nei vari passi, a volte anche portando i libri di scuola e studiando durante le pause. Pochi giorni prima della messa in scena, assistere alle prove con lo spettacolo finalmente completo è veramente appagante: dopo mesi di sforzi, i passi sono finalmente fluidi, i personaggi interagiscono fra loro, pezzi che prima erano scollegati e macchinosi adesso scorrono fra loro con naturalezza: sapere che una parte di quel successo è merito tuo è una grande soddisfazione.
È per questo che l’ho scelto come capolavoro: sono riuscita a ballare come ho fatto perché ho impiegato mesi nel perfezionare la mia parte, e prima ancora perché da tutta la vita studio per diventare sempre meglio e riuscire a fare mia questa forma d’arte di cui mi sono innamorata.
Ludovica
(allieva del corso accademico avanzato)

