Il vaso di corallo

Balletto fantastico in tre atti

Saggio-spettacolo degli allievi della Scuola di Danza Pleiadi
mercoledì 25 giugno 2014 – Teatro Orione, Roma

 


Soggetto e adattamento musicale: Francesco Pelli

Coreografie e messa in scena: Laura Colucci e Francesco Pelli

Musiche di autori vari

Scenari: Ciro Rubinacci e Franco Colucci

Costumi: Neide Bigonzetti

Agenzia fotografica: Corrado Maria Falsini

 
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ATTO PRIMO

È notte… l’antica città di Sharaz dorme cullata dai caldi venti del deserto. Palazzi dorati e mura imponenti scintillano al pallido chiarore della luna, ma nelle sale del palazzo reale un’ombra si muove. Il suo nome è Lamja, un’antica e potente fattucchiera giunta da un regno lontano. Pregustando con avidità il suo trionfo, avvelena un vaso di idromele, poi svanisce nell’oscurità.
Sorge il sole, i primi raggi di luce illuminano le arcate del palazzo che lentamente si anima di cortigiane, danzatrici e suonatrici di tamburello. Le baiadere annunciano l’ingresso della regina che fiera raggiunge il suo trono. Finalmente giunge Aminta, la radiosa principessina che omaggia tutti con la sua danza. È il giorno del suo tredicesimo compleanno e, mentre la più bella delle baiadere allieta la festa con una danza di veli, le cortigiane offrono innumerevoli e preziosi doni. Improvvisamente fa il suo ingresso la maga Lamja che celandosi dietro i panni di una gentile viandante offre alle cortigiane e alla regina l’idromele avvelenato. La scaltra fattucchiera distoglie l’attenzione della principessa mentre i suoi cari cadono a terra sprofondando in un sonno eterno. Quando Aminta scopre il maleficio è troppo tardi e la strega è scomparsa nell’ombra.
Passano molti giorni… la triste Aminta sogna l’improvviso risveglio della madre e dei suoi amici, ma nel palazzo tutto tace. Proprio quando ogni speranza sembrava perduta riappare Lamja che placa la collera della principessa offrendole la possibilità di spezzare il sortilegio. La maga mostra dunque alla giovane una clessidra… se la principessa le consegnerà il vaso di corallo prima che la sabbia smetta di scorrere, il terribile sortilegio avrà fine. Da tempo la maga brama d’impossessarsi del vaso di corallo, un oggetto leggendario e dai poteri soprannaturali, custodito nelle profondità oceaniche, al riparo dagli animi malvagi. Aminta cede al perfido ricatto mentre Lamja evoca le ninfe oceanine che trascinano la principessa negli abissi marini.

 
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ATTO SECONDO

Aminta si risveglia sul fondo del mare circondata da coralli, perle e conchiglie. Come per incanto ogni cosa danza cullata dalle correnti marine e per un attimo la serenità fa ritorno nell’animo della principessa. Da un vortice appare maestosa la dea del mare che, accortasi della purezza di Aminta, le concede di restare e di ammirare il più prezioso fra i tesori dell’oceano: il vaso di corallo. La principessa, incredula d’innanzi allo splendore del vaso scarlatto, cerca innocentemente di appropriarsene, ma la dea la ammonisce con severità e il vaso scompare tra i coralli. Aminta implora la dea di donarle il vaso ed ella impietosita la pone di fronte ad una prova: la principessa dovrà scegliere tra tre scrigni diversi in uno dei quali è custodito il prezioso vaso, se però aprirà lo scrigno sbagliato vi sarà imprigionata in eterno. L’audace fanciulla accetta la prova e guidata dal cuore riesce nell’impresa. La dea, ormai certa delle buone intenzioni della principessa, le concede in dono il vaso e le oceanine la riconducono nel suo mondo.

 

ATTO TERZO

La principessa lieta del successo della sua impresa è di nuovo nel palazzo. La strega Lamja non tarda a manifestare la sua presenza e si appropria smaniosa del vaso di corallo. Aminta riceve in cambio un filtro curativo e subito ne versa alcune gocce sulle labbra della madre, ma nulla accade. Oramai l’ultimo granello di sabbia è sceso all’interno della clessidra, non v’è più tempo. La principessa disperata si avventa contro la potente fattucchiera e nello scontro il vaso di corallo, sfuggendo alla presa della maga, cade in terra schiudendosi. Lamja si appresta a punire l’insolenza di Aminta, ma dalla bocca del vaso fluisce un vapore che annebbia l’intero palazzo come una brezza marina. Appare la dea del mare che con la potenza di cento onde scaccia la strega. La sua magia pone rimedio al terribile maleficio e la principessa riabbraccia finalmente la madre che credeva perduta. Il palazzo si rianima di danze e colori. Tutti festeggiano la piccola principessa che con la sua purezza ha riportato serenità in ogni cosa.